Cose che nessuno sa – Alessandro D’Avenia

Prima di leggere un libro di Alessandro D’Avenia, ci si dovrebbe mettere in un angolo semibuio e tranquillo e fare lo sforzo di ripescare il sedicenne che siamo stati, una volta. Ognuno di noi ha avuto un percorso diverso, vite ed esperienze differenti, ma l’adolescenza presenta dei tratti comuni a tutti: quello strano e confuso miscuglio di fragilità e arroganza, la voglia di aggredire la vita che si mescola con la paura del futuro e le sue mille incognite, gli sbalzi di umore che ti fanno passare dalle stelle alle cantine più profonde, i turbamenti senza nome, le ansie, i desideri.

È necessario fare un piccolo viaggio nel tempo e ritornare temporaneamente adolescenti per poter apprezzare un libro e uno stile di scrittura che altrimenti sarebbe troppo facile – e ingiusto – definire semplice e a tratti scontato. Molto migliorato sia nello stile di scrittura che nel reggere la tensione narrativa, rispetto al suo precedente libro, D’Avenia è professore di liceo non a caso: riesce a parlare degli adolescenti e agli adolescenti come ho visto fare a pochi altri, con semplicità ma non banalità, del quotidiano senza però renderlo piccolo, raccontare un’esistenza normale illuminandola con lo straordinario che c’è in ogni vita. Raccontando con sincerità la tremenda, spossante e assoluta fatica di crescere.

Margherita è una quattordicenne timida e introversa, ma serena – almeno fino a quando la sua vita tranquilla e protetta viene squarciata da uno strappo: il suo adorato papà se ne va via di casa senza un motivo, da un giorno all’altro. Margherita è confusa, spaventata ma soprattutto arrabbiata: nessuno le dice niente, le sue domande rimangono sospese nell’aria e si spengono senza una risposta, il liceo appena cominciato sembra più un luogo insidioso e ostile che l’avventura meravigliosa che tutti le avevano prospettato. Si sente un groviglio di emozioni spiacevoli, un mucchio di punti di domanda appuntiti come spade, sola di fronte a un futuro da cui non sa cosa aspettarsi. Tutto è assoluto, nell’adolescenza – le cose belle come quelle brutte – e una fine del mondo può traformarsi in una sola notte in una rinascita. Piano piano, con l’aiuto della sua nuova amica Marta, di un professore strampalato e narcisista, di una nonna speciale e di un ragazzo misterioso Margherita comincia a farsi largo tra i giorni della sua vita a testa alta, ogni volta con un briciolo di coraggio in più. Un colpo di scena davvero inaspettato – questo sì, devo ammetterlo – contribuisce a dare il giusto finale a una storia che di ordinario, alla fine, ha davvero poco. Come quella di ciascuno di noi.

 

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Recensione di
MaddalenaErre
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3 commenti
  • “l’adolescenza presenta dei tratti comuni a tutti: quello strano e confuso miscuglio di fragilità e arroganza, la voglia di aggredire la vita che si mescola con la paura del futuro e le sue mille incognite, gli sbalzi di umore che ti fanno passare dalle stelle alle cantine più profonde, i turbamenti senza nome, le ansie, i desideri.”

    Fai la psicologa?

    In fondo io credo di non essere cambiato granché, solo lo maschero un po’ meglio. Forse.

    • no no, anzi…lavoro nell’ambiente ritenuto più frivolo e “superficiale” in assoluto!

      però ho fatto diversi anni di terapia, forse è per questo ;)

      (anche io ancora dentro con tutte le scarpe, comunque)

Recensione di MaddalenaErre