Correndo con le forbici in mano – Augusten Burroughs

Alcuni tra noi hanno avuto la buona abitudine di tenere un diario sin da bambini. (Io ahimè no.)

Tale attività porta molti benefici:

  1. teniamo traccia di quanto è successo

  2. riflettiamo sull'accaduto

  3. ci abituiamo alla scrittura

correndo con le forbici in mano - augusten burroughs

All'ex pubblicitario Augusten Burroughs (pseudonimo di Christopher Robison) è convenuto ancora di più, visto che ne ha ricavato "Correndo con le forbici in mano". In merito alla genesi dell'opera, lo stesso autore ha dichiarato:

"Stavo consegnando all'editore il mio lavoro precedente e tra una chiacchiera e l'altra dissi che avevo avuto un'infanzia difficile e bizzarra. Mi venne proposto di ricavarne un romanzo. Per i primi sei mesi non scrissi niente, poi cercai qualcosa tra i miei diari di allora, che mi hanno fornito la traccia di partenza."

(Tratto dai contenuti speciali del film omonimo. Se avete visto il film prima di aver letto il libro, dimenticatevelo: non è all'altezza del romanzo.)

Cosa abbiamo quindi? Cominciamo con:

  • Un ragazzino ben vestito, maniaco dell'ordine e della pulizia
  • Una madre mentalmente incasinata

Quest'ultima lo lascia in affidamento allo psichiatra di lei, senza preavviso (a me successe la stessa cosa quando mia madre mi lasciò in collegio, sarà per questo che sono legato a questo romanzo?).

Ecco. A questo punto la vita dell'autore viene stravolta da una serie di situazioni e personaggi assurdi. La casa del Dr. Finch è tutto quello che la mente del lindo Augusten si rifiuta anche solo di ponderare:

  • figlie del dottore che si insultano della serie: "Sei ancora nella tua fase anale!"

  • lo stesso Finch che gira per casa in mutande e scarpe

  • il figlioletto più piccolo che intinge il dito nella… be' non vorrei togliervi la sorpresa

A questo aggiungiamo la scoperta da parte di Augusten della propria identità sessuale, aiutata da un conoscente.

Il romanzo perde di energia solo nell'ultimissima parte, come se si trattasse di un periodo su cui l'autore non riesce a (o non vuole) fornire ulteriori dettagli, comunque ormai a giochi fatti: l'infanzia strampalata di Augusten a quel punto sarà conclusa.

Se mi puntassero una pistola alla tempia chiedendomi di sintetizzare con un solo termine questo romanzo direi: tragicomico.

Da leggere assolutamente. Questo e "Dry", di cui magari scriverò prossimamente.

Condividi
Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

Vedi tutte le recensioni
Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

4 commenti
  • Devo dire che la tua recensione mi ha proprio incuriosita. Ed è divertente ed interessante anche il problema che sottolinei verso la fine: come cioè l'autore, secondo la tua interpretazione, faccia fatica ad affrontare un vissuto particolarmente difficile, e come questo si rifletta sulla qualità del romanzo, che scende un po'. Chissà quanti autori, proprio per questa difficoltà di affrontare una parte di se stessi che il loro romanzo ha messo a nudo, si saranno trovati nella stessa situazione… Chissà quanti romanzi non  hanno raggiunto la qualità a cui avrebbero potuto aspirare per questo motivo…

Recensione di Antonio Soncina