Come diventare se stessi, David Foster Wallace si racconta – David Lipsky

David Foster Wallace fece un tour promozionale per il suo “Infinite jest”, uscito nel 1996. David Lipsky venne incaricato da “Roling stone” di seguire il suo omonimo per cinque giorni, a partire dal 5 marzo di quell’anno. Questo libro è la trascrizione delle conversazioni tra i due, ottenuta principalmente grazie al registratore portatile del giornalista.

Di cosa parlarono? Lipsky era interessato a vari aspetti riguardanti DFW: naturalmente la scrittura, l’ottenuta celebrità, la depressione, le dipendenze (il giornalista aveva ricevuto pressioni affinché indagasse su presunti eccessi con le droghe). I giorni passati insieme furono occasione per trattare gli argomenti suddetti: in particolare riguardo le dipendenze, Wallace era preoccupato maggiormente da quella per la TV (sic); la stessa celebrità ottenuta per “Infinite jest” lo riempiva d’ansia nel gestire l’attenzione ricevuta, restare una persona con i piedi per terra e continuare a scrivere senza la preoccupazione di bissare il successo ottenuto.

In “Come diventare se stessi” vengono trattati anche i successi, misti a difficoltà, relativi ai precedenti lavori di DFW; le recensioni, sia positive che negative; i periodi in cui cambiò lavoro (come quando scappò da una palestra in cui distribuiva asciugamani, dopo per aver incontrato un altro scrittore, suo coetaneo – cosa che gli fece riprendere a scrivere).

Viene affrontato il mondo dell’arte in senso più ampio, discutendo non solo di letteratura, ma di preferenze cinematografiche (con accenni al suo saggio su David Lynch) e, come detto sopra, di TV (con riferimenti a quanto inserito nello splendido “Tennis, TV, trigonometria e tornado”, così come l’articolo sul regista suddetto).

La domanda che molti si pongono è: vale la pena comprare questa reliquia?

In effetti alcune parti un po’ futili potevano essere omesse; comunque, da un lato non occupano tantissimo spazio, dall’altro il libro si propone come testimonianza fedele dei dialoghi tra i due David – spesso mi è sembrat

o di stare lì con loro, ad ascoltare la voce, i racconti e le argomentazioni di Wallace. A volte Lipsky ritorna sugli stessi argomenti ma è plausibile: in quanto giornalista, cerca di confrontare le risposte date in momenti diversi, sperando vengano fuori dettagli aggiuntivi; e d’altra parte col passare del tempo i due entrano sempre più in confidenza (benché Wallace d

ia l’impressione di essere estremamente aperto e sincero con “il tizio qui in casa”).

Per i fan sfegatati di DFW è probabilmente un ulteriore documento da avere: quello che si trova qui è il David Foster Wallace che non può “ripararsi” dietro il suo lavoro, ma nudo e crudo, con tutte le sue ansie, imperfezioni, sputacchiate di tabacco in tutto ciò che trova a portata di mano, delusione per non aver ottenuto un po’ di sesso durante il tour, fisime in merito all’alimentazione; in definitiva, umiltà e fragilità di un essere umano che plausibilmente desiderava i riconoscimenti ma ne era allo stesso tempo spaventato.

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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6 commenti
  • Grazie per non aver fatto il solito pistolotto sul sucidio. :D
    Io ero una di quelle che non voleva comprarlo, me l’hanno regalato e l’ho trovato davvero prezioso. Lipsky è un po’ egocentrico e a volte fa dei commenti che spezzano quella sensazione di intimità che riesce a creare, come se dovesse dirci lui cosa pensare di alcune risposte di Wallace, e questo mi ha un po’ infastidita.
    Però ne esce un ritratto di Wallace che a me è piaciuto molto proprio per la sua umanità, le sue ansie, le riflessioni sul rapporto con i lettori… certo per me va letto se si conosce già l’opera di Wallace, ci sono tantissimi riferimenti a Indinite Jest che chi ha letto solo i saggi non capirebbe.

  • Mi sto avvicinando alla bibliografia di David Foster Wallace in questi giorni e ho deciso da iniziare da questo libro, che non é di sua produzione ma indubbiamente mi farà avvicinare allo scrittore/uomo che c’é dietro i suoi lavori.
    Per il momento ho pianto 3 volte e riso 5; sono solo a pagina 85.

Recensione di Antonio Soncina