Giuda, uno scoiattolo disturbato e disturbante, sull’orlo di una crisi di nervi perenne nella dicotomia desiderio/peccato.
Giuda è uno scoiattolo cattolico che vive dei drammi esistenziali anche solo per aver mangiato pesce ed è alla ricerca di un posto dove trovare la pace.
Il nostro scoiattolo non è sempre stato così; un tempo era un giovane roditore perso nel vizio e fu solo l’incontro con un passerotto (dalla dubbia moralità e bontà d’animo) che avvenne il cambiamento.
Le avventure di Giuda vertono tutte sul paradosso estetico e narrativo. I personaggi che si muovono nel bosco distorto possiedono una doppia faccia: mai completamente buoni e disinteressati ma anzi più inclini alla malvagità.
I dubbi corrosivi e onnipresenti che si aggrovigliano nella testa del piccolo scoiattolo lo spingono a cercare – nuovi amici, nuovi progetti, nuovi orizzonti e anche nuovi maestri – e tentare un percorso da autore di fumetti.
Non è difficile immaginare il livello di schizzofrenia e depressione che agguanta il malcapitato sia nel percorso di avvicinamento al misterioso Editore, sia nella febbrile lavorazione che ne consegue.
Alberto Vazquez ci offre molti livelli di lettura improntati sul subire, sul prendersi carico di fardelli, sul farsi letteralmente schiacciare dagli eventi. Il suo disegno ha una nota disturbante sottile e persistente che esalta i momenti drammatici e blocca lo slancio dei (rari) momenti di “buona”.
Le tematiche legate all’amicizia risultano spesso sfociare in tradimenti, volta faccia, manipolazioni.
Non c’è scampo per Giuda se non quello di (ri)gettare una intera filosofia di vita per abbracciare uno stile che non preveda assimilazioni; tutto scorre senza lasciar traccia.
Un fumetto molto particolare che porta il lettore in un bosco dalle linee incerte, alle prese con un protagonista atipico e instabile.
Le chine giocano con il senso di perdita, creano linee cinetiche di distorsione del reale riproducendo i contorni incerti di un incubo di ansia e abuso di droghe.
La narrazione di Vazquez non è del tutto lineare e scorrevole; con balzelli che inseguono capitoli episodici, si dipana un vasto panorama in cui però è facile scorgere il fil rouge del senso di colpa cattolico – tema imperante e mai del tutto sottinteso che viene portato alla luce per evidenziare storture e inattuabilità.
È un fumetto molto particolare, che personalmente ho fatto fatica a leggere, ma che è riuscito a tradurre in immagini e parole quel senso di inadeguatezza e al tempo stesso schiaccianti possibilità, tipiche dei grandi cambiamenti (adolescenza, entrata nel mondo del lavoro, matrimoni, figli, ecc.).
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