Tra tutti i superoeri, il più simpatico, guascone, folle, imprevedibile, visionario, stupefacente (non me ne voglia l’amichevole ARRAMPICAMURI), esagerato, esagitato, sbruffone, incontenibile, irriverente e…qui mi fermo per non risultare stucchevole, è senza dubbio DEADPOOL il mercenario chiacchierone.
Uno dei pochi supereroi (e qui la definizione va un po stretta essendo a tutti gli effetti un outsider in campo eroistico) ad avere la percezione di se come personaggio di un fumetto e che interloquisce direttamente con i lettori nel corso delle sue avventure.
Deadpool è un personaggio dei nostri giorni che infarcisce le sue gag improvvisate e le sue esternazioni tutte di citazioni pop.
Fatta questa doveroso presentazione passo al fumetto.
Deadpool non è certo il solo personaggio di casa Marvel fatto calare in un contesto apocalittico Z (c’è un filone ad hoc denominato Marvel zombie che ne testimonia la vitalità…almeno per la parte creativa!) ma è di certo l’unico ad entrarci con un certo stile; dopo una intossicazione da chimichanga (di cui il nostro si ingozza) l’eroe si risveglia nel ristorante deserto, in una città devastata e presto contornata da zombie famelici…terribile, ad escludere il conto da pagare!
Inizia qui la vicenda del Deadpool ultimo eroe che protegge i sopravvissuti dagli attacchi zombie ma li massacra di battute becere.
Per quasi l’intero arco dell’albo, l’eroe rappresenta l’ago della bilancia che porta equilibrio nella vicenda.
Le capacità in combattimento di Deadpool (al netto della parlantina) sono formidabili e il suo fattore rigenerante lo rendono un elemento prezioso. Eppure Deadpool non è esattamente il prototipo di eroe e gli autori ci fanno presto scoprire il rovescio della medaglia.
Neanche la non morte riesce a frenare la lingua del mercenario e grazie a questa peculiarità indaghiamo le prospettive dello zombie.
“La notte dei Deadpool viventi” non sarà un fumetto cardine nel mondo della narrativa zombie ma è sicuramente un titolo gustoso e divertente con alcune chicche grafiche – il cambio cromatico, la tonalità di grigio che invade la pagina, l’infezione che offusca e deflette la lucidità – che meritano un plauso e una cura dei dialoghi imprescindibile per il personaggio (che con le parole stende quasi quando che con pistole e katane).
[le prossime vignette non sono tratte dall’albo recensito]
[…] cadrò nuovamente nell’errore di voler etichettare Deadpool con un aggettivo, la lista potrebbe essere addirittura […]