Come promesso – ma a considerevole distanza dalla prima recensione – torno a parlare di Michele Rech meglio conosciuto come Zerocalcare.
L’attesa è figlia di svariate motivazioni quali la prigrizia, l’attenzione a non ripetersi e una notizia gustosa che ho sedimentato lentamente.
Un parto lungo e ben ponderato quindi, che mostra ora i suoi frutti.
Ma ancora una piccola premessa. Pazientate.
Ho avuto modo di rileggere ben 7 volte nell’arco dei suoi 3 anni di vita la profezia dell’armadillo (è uno di quei libri che merita un confronto con se stesso alla distanza) e devo ammettere che la potenza della storia non perde slancio neanche un istante.
Un tostissimo maratoneta dell’ironia!
E già.
Il solito Zerocalcare – quello delle battute sagaci servite su un vassoio di citazioni in salsa nerd – e il tocco d’autore che non ti aspetti – di perle infilate in un fil rouge che lega tutto insieme in un bracciale di amicizia/amore; l’anima della storia.
Che storia!
Perchè Zerocalcare fa questo, intreccia una storia con la S maiuscola con i suoi mini racconti quotidiani, camuffa un significato profondo tra i balocchi di gioventù, propone l’amaro boccone accompagnato da gustose cucchiaiate di nutella.
E’ un dono quello di Michele Rech, la capacità di non farti sentire male a non aver capito dove stava portando la storia (almeno al pari suo) ma di empatizzare e proteggersi con il tocco leggero e umoristico delle sue chine.
“La profezia dell’armadillo” è un racconto trasversale costellato da sprazzi di vita quotidiana.
Tutto reso magistralmente dal tratto unico dell’autore che gioca con i chiaro scuro quasi come con i personaggi prestati all’immaginario collettivo: lady cocca (la mamma), il maestro Yoda (insegnante di giapponese), Leonida (lo spirito stratega), ecc.
Questi sono i ganci che ci trascinano ancor più nella vignetta e ci permettono di indossare i panni del (nostro*) alter ego: Zerocalcare.
Zerocalcare è il cicerone dei nostri tempi che ci accompagna per le strade di città mostrandoci il lato scanzonato della vita.
Ma veniamo alla notizia succosa.
Non ci giro troppo intorno, sparo subito la cartuccia: La profezia dell’Armadillo diventerà un film (leggi qui per attingere dalla fonte).
A me tremano un po’ le ginocchia per l’emozione.
Sono virtualmente già in fila per il biglietto.
Fatemi sapere se vi interessa che ci andiamo in comitiva…non fate i Triceratopi.
*Sono costretto ad aprire una postilla per farvi intendere meglio la portata culturale del “nostro” quivi impresso.
Mi è capitato di andare in una discoteca très chic frequentata dalla Roma bene (no, non vi confesserò mai il perché)e – in mezzo a uomini di mezza età tutti foulard colorati e mocassini vera pelle di daino e femmine (non donne) tirate come tende da circo – ho scorto immagini tratte da “La profezia dell’Armadillo” su un mega schermo ad accompagnare musica psicolouge.
Ho provato nell’ordine: sudore freddo, panico, raccapriccio e un senso generale di ” checosaciazzeccazerocontuttociò?”
Ho mandato giù il drink in un solo colpo e ho ascoltato mio malgrado i commenti inappropriati dei presenti:
“Macchè mettono i cartoni animati?”
“E’ il graphic novel del momento – roba francese – mi pare”
“Che carino che è quell’animale! Cos’è, un paguro?”
Il tutto con il mignolo alzato.
io AMO zerocalcare. non mi ricordo più quando o come l’ho scoperto…ma da quel momento non ho smesso di seguirlo. purtroppo non ho ancora potuto comprare neanche una raccolta :( quindi grazie per la recensione! così so che quando potrò, farò un acquisto azzeccatissimo!
Zerocalcare è “L’ACQUISTO”!
La cosa più bella è che si fa leggere e rileggere molto volentieri mostrando lati nascosti che al primo sguardo possono sfuggire.
Vivamente consigliato.