Chine immaginarie #14 – The walking dead – Nati per soffrire (vol.8), Robert Kirkman, Charlie Adlard

Attenzione! Questa recensione può contenere tracce di anticipazioni e residui semi lavorati di critica…nonché qualche zombie di passaggio.

Non vi ammonirò alla cautela nel leggere questo volume come fa Mauro Uzzeo nell’introduzione.

In qualità di temerario che ha saltato l’ultimo sbarramento, posso caldamente consigliare di non avvicinarvi neanche alla copertina di questo numero; ne va della vostra integrità di persone.

Se fino a questo momento eravate semplici fruitori di una storia ottimamente resa su tavole, ora siete chiamati sul campo (di battaglia) per lasciarci un pezzo di anima.

Non costringetemi a dirvi poi “ve lo avevo detto”.

Il Governatore è arrivato ed è doveroso per Robert Kirkman tracciare il percorso che ha portato un corpo mutilato e mezzo dissanguato su un carro armato diretto alla prigione dei nostri sopravvissuti.

Il Governatore/l’autore punta al cuore nero dell’uomo, gioca con paure ancestrali, quali la mostruosità del prossimo e il bisogno di scacciare il male, con la violenza.

Questo oscuro leader muove i fili della paura tra le sue schiere per mobilitare un piccolo esercito.

Di fronte a una recinzione presidiata da orde di zombie la battaglia si fa subito strategica.

Seppur schiacciati dalla potenza di fuoco e dal numero maggiore d’attaccanti, il gruppo di Rick riesce a respingere la prima ondata di invasori grazie anche alla mira di Andrea che miete parecchie vittime (ahimé, non illustri).

Nonostante la piccola vittoria, gli abitanti della prigione riportano dei danni ingenti.

Andrea È ulteriormente sfregiata in volto (ma niente di grave).

Axel è stato colpito ad un braccio mentre Rick… Beh, a lui non è andata per niente bene; colpito all’addome, rischia seriamente di lasciarci le penne.

Entra in coma.

Già all’inizio di the walking dead lo abbiamo assistito al risveglio:

una rinascita dettata dall’urgenza di ritrovare la famiglia dispersa nell’apocalisse zombie.

Qui Rick si risveglia e trova ad aspettarlo la luce della neonata figlia Judith, e Lori con Carl.

Ma anche qualche amara sorpresa.

Tyreese e Michonne, nella vacanza di leadership, hanno deciso di inseguire gli assalitori per ucciderne il capo e spezzarne la motivazione.

Nell’attesa, Rick non può far altro che stabilire una linea difensiva migliore e un eventuale piano d’evacuazione, il tutto mentre una parte di sopravvissuti, guidati dal Dale, dice “Basta”.

Dale, Andrea, Glenn, Maggie e i piccoli Bill, Ben e Sophia lasciano il gruppo invitando gli altri a fare altrettanto.

Giusto il tempo di vedere partire il camper che Rick si trova di fronte ben altro tetro spettacolo.

Il Governatore mostra ai sopravvissuti ,ma non hai suoi uomini, tutte la crudeltà di cui è capace per vendicarsi, uccidendo brutalmente Tyreese con la spada di Michonne.

Segue un altro attacco, nuovamente guidato con l’inganno e la menzogna dall’infame Governatore.

Per i nostri, si mette immediatamente male.

Lo schieramento difensivo di Rick e ineccepibile ma non tiene conto di due fattori determinanti: il numero troppo inferiore rispetto agli attaccanti e un carro armato lanciato contro la recinzione del penitenziario (con codazzo di zombie al seguito).

Tutto sembra andare male.

La prigione è ormai persa sotto la duplice minaccia del fuoco degli aggressori e delle zanne non morte.

Anche l’improvvisa comparsa di Andrea a dare man forte, non migliora le cose.

L’ultima disperata fuga è idealmente a rallentatore, come in un incubo.

La lentezza di Hershell che si trascina per mano il corpo del figlio ormai privo di vita, quella di Alice, colpita ad una rotula per coprire la corsa della speranza di Carl, Rick, Lori e Judith.

Speranza vana.

Lori viene falciata da una sventagliata di mitra e Rick, impotente, può solo urlare al figlio “Corri, e non voltarti”.

Se a qualcosa è servita la mattanza, è stato il far aprire gli occhi agli uomini del Governatore.

La vista di Lori e della piccola Judith morta nelle sue braccia, scatena un ammutinamento.

Il Governatore morirà come nella migliore tradizione zombesca; dilaniato dai non morti famelici.

Tirando le somme questo è un albo spaventosamente drammatico.

Ho pianto leggendolo.

Ho pianto scrivendone.

Piangono Rick e Carl abbracciati sulla collina.

A loro due sicuramente nessuno “lo aveva detto”.

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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