Chine immaginarie #13 – The walking dead – La calma che precede (vol.7), Robert Kirkman, Charlie Adlard

Attenzione! Questa recensione può contenere tracce di anticipazioni e residui semi lavorati di critica…nonché qualche zombie di passaggio.

Facciamo un bel respiro. Prendiamo fiato prima della corsa, ne avremo bisogno.

I sopravvissuti della prigione ora sanno di non essere soli (oltre ai morti viventi, s’intende).

La parola d’ordine è organizzazione.

Bisogna che si facciano trovare pronti in caso di visite indesiderate – in fondo Woodbury non dista molto dalla prigione e il rischio di essere individuati e conseguentemente attaccati è reale.

Mentre Gleen, Michonne e Tyreese con Maggie e Andrea pellustrano le vicinanze per procacciarsi cibo e munizioni, Rick è chiamato a ben altra sfida.

Lori ha terminato il tempo di gestazione e il parto è imminente. La dottoressa Alice è arrivata giusto a tempo ad accogliere il frugoletto. Rick pensa che il peggio sia passato ma inaspettatamente Lori ha un dubbio che le rode dentro e che vuole esternare: sarà che il bimbo/a che porta dentro sia di Shane?

Un quesito pesantissimo da gestire e giustamente Rick evita di portarselo in un momento così delicato.

D’altronde non è il solo a leccarsi le ferite. Carol vaga per la prigione cercando una dimensione al suo stare al mondo che difficilmente troverà nelle braccia dell’imberbe Billy.

Glenn e Maggie, provano ad esorcizzare le paure sposandosi mentre Michonne continua a covare un trauma che nessuno potrà mai comprendere.

Un volume d’attesa, come si intuisce dal titolo, in cui però non sono esclusi colpi di scena destabilizzanti.

Lori mette al mondo una bimba nel momento in cui assistiamo all’amputazione di Dale (ce la farà?); Andrea e Tyreese, catturano uno zombie per poterlo studiare condannando a morte una Carol troppo incline al suicidio.

La tensione è sempre alta insomma e poco sollievo offre l’ingegnosa  gamba di legno fornita ad un sospettoso Dale e l’orto ormai fruttuoso del buon Hershell.

Con un (ultimo) boccone di verdura andato di traverso vediamo la vignetta aprirsi a doppia pagina per far spazio al terrore su cingoli e ruote pronto a spodestare e chissà cos’altro i nostri.

Il Governatore è tornato, diavolo di una pellaccia, sfigurato e mutilato nel corpo e nello spirito, pronto a vendicarsi nell’unico modo che conosce. Stavolta Gli zombie stanno a guardare la battaglia per la vita.

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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