Chine immaginarie #11 – The walking dead – La miglior difesa (vol.5), Robert Kirkman, Charlie Adlard

Attenzione! Questa recensione può contenere tracce di anticipazioni e residui semi lavorati di critica…nonché qualche zombie di passaggio.

Tenetevi ben pronti. Da questo numero the walking dead cambia. Innesta una marcia alta e prende in velocità una strada lastricata di guai che non prevede ripensamenti.

Dopo la destituzione di Rick come unico leader del gruppo le cose sembrano prendere una piega positiva.

Mentre si progetta di far funzionare il generatore elettrico della prigione e si procede con la coltivazione, si tenta anche di risanare i rapporti vacillanti.

Carol prova con Lori anche se le sue proposte conciliatorie non vengono comprese e apprezzate.

Otis ricomincia a parlare con Patricia (che ormai vive come un fantasma) mentre Dale e Andrea diventano genitori della coppia di gemelli (Ben e Bill) orfani da tenere sotto sorveglianza.

Tutti fanno un passo avanti tranne Rick e Tyreese, ancora arroccati nelle loro decisioni, ottusi, orgogliosi e … un attimo. Non è forse quello un elicottero?

Si, lo é.

Chiama gli altri.

Facciamo un segnale.

Muoviamoci.

Oh no, il fumo; sta perdendo il controllo. Precipita.

Forse questa scelta di Robert Kirkman è un tantinello crudele.

Illudere i nostri cari sopravvissuti ed eccitarli quanto basta a mettere il naso fuori di casa per indagare.

Forse.

Ma ragazzi, vedere Michonne pronta all’azione, vale il colpo gobbo.

Glenn, Michonne e l’immancabile Rick partono alla ricerca di risposte (indossando per l’occasione tute antisommossa rinvenute linde e pinte all’interno della prigione) mentre gli altri, Lori in primis, si angosciano per la loro sorte.

E’ in questo preciso momento che accade la svolta nel tono del fumetto.

I disegni si fanno puliti e ordinati.

La scarsità di zombie rappresentati agevola il compito di Charlie Adlard che così riesce ancora meglio a comunicarci la pace di una quiete effimera.

Concentrandoci sugli eventi in evoluzione e sui dialoghi, quasi non cogliamo il grande lavoro profuso sulle espressioni dei volti dei vostri amici e dei sopravvissuti che incontrano.

Il dubbio rimane covato sotto cumuli di cenere.

Trapela di mezzo all’organizzazione militare della cittadina di Woodbury, guidata da un leader assoluto, il Governatore; una lucida follia che a malapena é tenuta a bada.

Poi la follia deflagra in tutta la sua violenza totale e ingiustificata.

Il Governatore non crede alle frottole raccontate dai nostri tre beniamini (“E voi sareste a zonzo dall’inizio di questa merda? Senza acqua ne cibo? Cazzate! Dove sta il vostro rifugio?) e decide di estorcere le informazioni come meglio sa fare.

Non ringrazierò mai abbastanza Charlie Adlard per la magnanimità con cui ha evitato di disegnare, anche solo sommariamente, le torture perpetrate ai danni di Michonne ma restituendoci un orrore puro veicolato dalle lacrime di Glenn, nella stanza accanto.

Durante la lettura s’insinua il ragionevole dubbio che i nostri, questa volta, non ce la facciano ad uscirne vivi (interi ormai non più. Troppo tardi Rick).

Intanto noi sprofondiamo nell’orrore di un Governatore sadico e odioso e all’ansia di chi aspetta nella prigione.

 

Note: da non perdere assolutamente l’articolo sul finale di albo. Roberto Recchioni ci racconta, con una carrellata preziosissima, l’evoluzione degli zombie nel mondo dei video giochi.

 

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Recensione di
Simone Gentile

Sono Simone Gentile. Stretto tra una torre di libri e una pila di graphic novel (da leggere tutti, rigorosamente, in ordine sparso) continuo a lasciare una traccia nera su un foglio bianco; un timido rivolo che vuole affluire all'impetuoso corso della narrativa e continuare il Viaggio. Sono aperto a qualsiasi genere ma attratto dalle varie declinazioni della paura, per questo spesso mi ritrovo invischiato in storie che "MAMMAMIA!"... e forse poi, un po', me le vado a cercare.

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