Matthew è un ragazzo con problemi psichici dovuti allo shock per la morte del fratello maggiore, Simon, avvenuta quando era bambino. La famiglia fa quello che può per reagire alla disgrazia e supportare il figlio nell’elaborazione dell’evento, finché Matt non decide di andare a vivere da solo, scrivere, disegnare e, soprattutto, non prendere le pillole della terapia.
Matthew rimane colpito da una lezione di fisica sugli atomi, e non riuscendo a staccarsi dal fratello scomparso, ne evoca lo spirito.
Se avete letto “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” e vi è piaciuto, siete sulla buona strada per apprezzare questo libro, anche se non risulta di facilissima lettura, dato che l’autore adotta (con moderazione) lo stratagemma della narrazione usato da Faulkner in “L’urlo e il furore” di passare dal presente al passato senza soluzione di continuità. Come riferimento, aggiungiamo un pizzico di “A beautiful mind” per la schizofrenia e mescoliamo il tutto.
Bell’esordio di Filer, che si divide tra la creatività letteraria e l’esperienza psichiatrica. Per tutti.
Comprato ieri e pronto per essere letto.
Verrà giudicato da varie prospettive (di chi lavora con quelle patologie e di chi sta aiutando un fratello minore a superare lo stesso lutto) e spero di non rimanere delusa.
Insomma, non perdiamoci di vista!
Nella recensione (ottima come sempre) hai citato libri e film che ho apprezzato tantissimo – per il film ho versato anche copiose lacrime – quindi credo proprio che lo leggerò. Grazie
Grazie Ingelo :)
[…] simile a “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” o del più recente “Chiedi alla luna“, ovvero una storia che mostrasse il mondo visto dal punto di vista di un bambino con qualche […]
Letto sotto l’ombrellone (pessima idea!.. insomma, ho avuto un po’ di tempo per smaltire i commenti a caldo.
Allora: bello, ma per gli addetti ai lavori. Entra talmente bene nel personaggio, e nelle sue turbe mentali, da risultare a tratti pesante ed angosciante per chi non ha a che fare tutti i giorni con “personaggi” del genere. La trama poteva essere molto più sviluppata (la figura femminile di cui tanto si parla non entra mai davvero nella vita di Matthew).
PS: in ginocchia sui ceci per chi ha curato la traduzione. Steve è un TERAPISTA occupazionale, non un terapeuta!!!