4321 – Paul Auster

Mentre scrivo questo articolo, l’hastag 4321 è riportato su ben 13.970 foto di Instagram ma sono pronta a scomettere che non sono altrettanti quelli che hanno davvero portato a termine la lettura di tutte le 939 pagine dell’ultimo attesissimo romanzo di Paul Auster.

La trama del romanzo è ormai nota a tutti: Auster racconta quattro versioni della vita del suo personaggio principale, Ferguson, che si originano a partire dal compiersi (o meno) di un evento traumatico della sua esistenza. Tuttavia, le prime importanti pagine del libro raccontano la genesi di Ferguson, partendo dalla storia dei suoi nonni (chi erano, come sono arrivati in America, come si sono incontrati) e di conseguenza dei suoi genitori. I capitoli si susseguono in maniera lineare come i primi anni della vita del piccolo protagonista fino al punto di non ritorno, l’evento dal quale Auster decide di moltiplicare Ferguson facendogli seguire strade uguali alla matrice ma diverse nella loro evoluzione.

Ed è qui che iniziano i problemi per i lettori discontinui o distratti dalle continue notifiche virtuali. All’inizio del terzo capitolo non ci ho capito più niente, domandandomi come fosse possibile che un autore del calibro di Auster non avesse pensato di inserire un indice, una mappa, uno straccio di istruzioni per seguire la storia senza diventare matti.
Dopo qualche tentativo fallito di decodificare la numerazione dei capitoli, mi sono arresa: ho pensato che se Auster (che occupa metà di uno scaffale della mia libreria) aveva scritto un romanzo di quella portata senza dotare il lettore di una guida, c’era sicuramente un motivo e quindi, abbandonata alla lettura, ho lasciato che i quattro Ferguson si mescolassero nella mia testa senza opporre resistenza.

La pazienza e la fiducia sono state ripagate perchè presto, le quattro versioni del protagonista si sono così diversificate da non creare più 4321confusione, per poi arrivare alle ultime cinque pagine di 4321 dove lo schema viene spiegato in maniera così ineccepibile, che ho realizzato ancora una volta, che la letteratura è un lavoro serio e che per arrivare a scrivere un libro del genere il talento è fondamentale tanto quanto la disciplina nel domarlo.

Le vite di Ferguson seppur diverse nelle scelte (universitarie, lavorative, di orientamento sessuale), hanno tuttavia delle costanti: l’amore per la scrittura (poesia in un caso, giornalismo in un’altra, prosa negli altri due), per la lettura, per lo sport e per Amy (sorellastra in più di una vita, anima gemella in un’altra, amore platonico in un’altra ancora).

Ma non è solo lo schema a rendere questo libro un capolavoro: Ferguson e le sue versioni vivono la loro infanzia, adolescenza e l’inizio della vita adulta tra gli anni ’50 e ’60, un periodo denso per la storia americana tra scontri politici, lotta per i diritti, razzismo, disordini nelle università e nelle strade, il grande blackout, la guerra in Vietnam, il movimento femminista, l’amore libero e New York, l’affascinante e pericolosa New York insieme a Parigi, la luminosa e avvolgente ville lumière.
Il contesto incredibilmente ricco porta la narrazione ad un livello più alto rendendo 4321 un ibrido letterario unendo il romanzo storico con il romanzo di formazione aggiungendo un richiamo alla letteratura metafisica.

Un libro da capogiro, imperdibile.
Grazie Paul.

 

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Recensione di
Sara D'Ellena

«La mia intenzione è raccontare una storia: in primo luogo perché la storia viene da me e vuol essere raccontata.» Philip Pullman.
Raccontare storie e costruire librerie (immaginarie ovvio!) è la mia passione e la mia unica missione.

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