1Q84 – Murakami Haruki

“Capolavoro o bufala”?

E’ quanto mi sono ritrovato a pensare, un centinaio di pagine prima della conclusione di questo romanzo.

Una volta giunto all’ultimo rigo, ho deciso: l’autore, probabilmente con un ghigno beffardo durante il processo di scrittura, ha continuato a ripetersi tra le 718 pagine, sperando di capire come concludere la storia – o non curandosene affatto, tanto lui è Murakami Haruki, la cultura giapponese, ecc. Non trovando una conclusione che desse un senso a quanto scritto prima, si è detto “OK, così è abbastanza qualcosa“; verso pagina 600, infatti, la curiosità del lettore si trasforma in stanchezza.

Lo stile? Troviamo spesso periodi ridondanti o similitudini con satelliti che oltrepassano Plutone. Citerei la seguente perla:

“Qualcuno, proprio da quelle parti, stava attaccando un chiodo a una parete. Si sentiva il battere ininterrotto. Una parete piuttosto dura, e un chiodo altrettanto duro. Chi poteva attaccare un chiodo a quell’ora? Tengo, sorpreso, si guardò intorno, ma non si vedeva da nessuna parte né un muro né tantomeno una persona con un martello in mano. Poi dopo un po’ capì: quel rumore era il suo battito cardiaco.”

Benché siano presenti molti spunti interessanti, “1Q84” è ripetitivo fino alla stanchezza; incompiuto, visto che molte sotto-trame rimangono irrisolte; promette molto, ma delude.

Il tempo è prezioso. Dedichiamolo a libri migliori.

P.S.: un altro commento al libro è qui.

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Recensione di
Antonio Soncina

Odio i best seller, soprattutto se di sfumature rosa, gialle o grigie. Ai classici preferisco storie contemporanee. Posso sopravvivere senza il rinomato "odore della carta" ma non con il Kindle scarico.

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11 commenti
  • A me hanno regalato “Kafka sulla spiaggia” (che mi aveva sempre attirata per la copertina, ma non mi ero mai decisa a comprare). Sono 500 pagine: ne varrà la pena?

    • Questo libro lo ha letto una mia conoscente e me ne ha parlato in termini positivi. Mi fido del suo parere perché è una signora che legge molto, dai gusti piuttosto eterogenei (non la classica lettrice di harmony e Fabio Volo per intenderci, con tutto il rispetto per la categoria).

  • Premetto che non ho letto il libro, comunque per esprimere un giudizio definitivo dovresti apettare la terza e ultima parte del libro che uscirà in italiano verso la fine dell’anno ;-)

    • Già questa prima parte ha uno stile ripetitivo, similitudini non eccelse e in generale tutti i difetti da me indicati; non credo che un seguito potrebbe cancellarli – ma va be’, è giapponese, può succedere di tutto :D

    • Va be’, non vorrei che la mia risposta fosse troppo piccata :)

      In effetti non sapevo che ci fosse un seguito e capisco che tu possa averlo scritto in relazione alle mie considerazioni sulla presunta (?) incompletezza del romanzo.

      Detto questo, continuo a pensare che “1Q84” sia ripetitivo e scritto con uno stile non eccelso. Ci sono molti, molti aspetti che mi piacciono (vicini allo stile di “Tokio blues”), ma scrivere un libro così lungo (più di 700 pagine) in cui molte questioni rimangono irrisolte mi sembra un’idea più commerciale che non dettata da un’urgenza espressiva: chi compra il primo libro dovrà prendere i seguenti per (sperare di) capirci qualcosa. Forse Murakami poteva darci un solo libro, più completo e con meno “brodo”.

      Un saluto cordiale :)

Recensione di Antonio Soncina