101 storie sull’Islam che non ti hanno mai raccontato – Angelo Iacovella

Alla ricerca di libri utili per comprendere meglio il mondo islamico del quale spesso si parla senza cognizione di causa, ho scoperto 101 storie sull’Islam che non ti hanno mai raccontato, un recente volumetto (2011) evidentemente poco apprezzato, visto che un anno fa lo avevo ripescato dal cestone delle svendite di un megastore. L’autore è Angelo Iacovella (Roma, 1968), docente universitario di materia araba e musulmana. A dispetto delle vicende di vendita, si tratta di un libro davvero interessante, un testo divulgativo ma preciso e accurato, accessibile anche a lettori giovani o comunque profani nel campo.

I 101 brevi capitoli di cui il libro si compone sono suddivisi in tre sezioni: la prima, che ne contiene 77, si intitola Storie vere; la seconda ne comprende 9 e porta il titolo Intermezzi; infine la terza (e forse la più godibile) si intitola Storie troppo belle per essere vere. Leggendo si viene quasi travolti da un vortice di racconti sulle vicende politiche mediorientali, di aneddoti su studiosi di materie islamiche, di stralci dei testi sacri musulmani dedicati a Gesù (che per gli islamici è un venerato profeta), di curiosità culinarie (comprese pozioni magiche), di racconti tradizionali provenienti dalle regioni più diverse dell’universo musulmano. Alcune pagine risultano un po’ pesanti, ma la gran parte ci introduce in maniera piacevole in una cultura che davvero conosciamo troppo poco (e della quale spesso ignoriamo i preziosi apporti culturali e anche le influenze sulla civiltà del nostro stesso Paese, in particolare del meridione d’Italia).101-storie-sull-islam-che-non-ti-hanno-mai-raccontato

Angelo Iacovella è certamente innamorato della sua materia, ma non in maniera acritica: nelle sue pagine vive un mondo che non è migliore degli altri. Ma neppure peggiore. Che spesso presenta analogie sorprendenti con il nostro. E nel quale i drammi e gli orrori sono da imputare non ai fedeli dell’Islam bensì ai fanatici fondamentalisti (quelli ad esempio che negano alle donne ogni diritto contravvenendo ai principi della religione che sostengono di professare e rappresentare) e alle grandi potenze del mondo che impongono una democratizzazione forzata che non fa che alimentare l’estremismo.

È difficile scegliere qualche pagina a mo’ d’esempio di ciò che il libro offre ai suoi lettori: personalmente ho trovato piacevoli e divertenti i racconti che hanno per protagonista lo “scemo del villaggio”, l’arabo Juhâ (90 e 95), e il suo “collega” turco-ottomano Nasreddîn (87 e 98); sono sicuramente interessanti anche i detti  e i proverbi che formano il capitolo 101 e alcune leggende sparse tra le pagine.

Con qualche motto musulmano mi piace quindi concludere la recensione, per mostrare che anche presso gli islamici c’è una saggezza antica che parla di bellezza, d’amore, di cultura, di pace… e non di devastazione, di pregiudizi, di odio:

«Han dato una rosa a un asino, e lui, invece di annusarla, l’ha divorata».

«Chi mangia da solo, si strozza in solitudine».

«Ascolta mille volte, parla una sola».

«Cerca la scienza, dalla culla alla tomba».

«La lingua non ha ossa, ma le rompe».

«Il frutto della pace è appeso all’albero del silenzio».

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Recensione di
D. S.

Sono una lettrice vorace, una cinefila entusiasta e un'insegnante appassionata del suo lavoro; e non so concepire le tre cose disgiunte l'una dall'altra.

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